Lontano da Washington Square (II^parte)

La sera dopo, quella del concerto, i ragazzi, tranne ovviamente Matthias che è già in Cattedrale, si trovano al solito posto e poi raggiungono in metro la 5^strada. Il clima è frizzante, il buon umore si spreca, l’ironia dilaga, eppure a Noah non sfugge che Erin è stranamente silenziosa e, soprattutto, non si caccia in situazioni imbarazzanti, non inciampa, non sbatte contro ai piloni dei cartelli stradali, non parla a sproposito, come suo solito. Imputa tutta quella sobrietà al fatto che è innamorata e quindi in preda a sconvolgimenti cellulari che forse la stanno trasformando, quindi la prende sotto braccio e le sorride amabilmente. Quando arrivano davanti alla Cattedrale ad accoglierli c’è la folla delle grandi occasioni con tanto di sindaco e autorità e solo allora si rendono conto che si tratta di un concerto esclusivo riservato a pochi eletti tutti molto eleganti, tranne loro cinque. All’interno, gli splendidi e innumerevoli addobbi in abete emanano un profumo di resina così forte che Noah quasi si sente nella sua Austria, l’ornitogalo e il vischio che arricchiscono le composizioni poi, rendono l’atmosfera molto raffinata e nordica. I ragazzi raggiungono i posti in quinta fila a loro assegnati, sono esattamente dietro le autorità e godono di una vista perfetta.

 Il coro entra e si sistema diligentemente sulla gradinata, infine entra Matthias e si mette davanti ai ragazzini. Noah non capisce, si guarda intorno stupefatto, un concerto tanto importante diretto dal vice, dal numero due, non si è mai visto. Matthias per un attimo si volta verso la navata centrale, sa esattamente dov’è il suo amico, i posti li ha riservati lui, incrocia il suo sguardo e anche se ha il volto tirato di chi sta andando al patibolo, gli sorride. L’organo infonde le prime note, a Noah bastano per riconoscere il Suo Gan,  il loro brano da solisti a due voci, serra le labbra e smette all’istante di vedere nitido. I contorni delle cose svaniscono, la fiamma delle centinaia di candele accese si dilata, tutto si sfoca, tutto tranne quella violenta sferzata di ricordi. Spera che il suo stato d’animo passi inosservato e invece Abby, che è accanto a lui, gli prende la mano e gliela stringe forte. I brani dei concerti di Natale della sua infanzia si susseguono uno dopo l’altro, ognuno gli evoca emozioni, spesso divertenti, quei dietro le quinte che il pubblico ignora, tipo le fughe in bagno dei più piccoli o gli svenimenti di chi non aveva mangiato a sufficienza e si accasciava discretamente e di soppiatto con l’aiuto dei vicini di posto. Quasi sul finire del concerto Erin estrae il cellulare dalla borsa, si allontana. Noah ci pensa qualche secondo e poi si alza anche lui per seguirla ma Abby prendendolo per un braccio lo ferma «aspetta» gli dice. Dopo nemmeno un minuto ad alzarsi e a seguirla è Richard, allora Abby e Noah si guardano, e si capiscono, del resto è quasi Natale e se lui si è occupato di Jenna e Matthias, è chiaro che Abby si è presa cura di Erin e Richard! La melodia celestiale e il canto sussurrato di sole voci nello Stille Nacht fa rabbrividire l’intera Cattedrale, vede tornare i due irlandesi e concludersi un concerto di Natale avvenuto in grazia di Dio senza la minima sbavatura. Mentre attendono di essere raggiunti da Matthias il gruppetto di amici chiede ad Erin cosa sia successo

«oggi pomeriggio i miei mi hanno informato che il nonno non stava per niente bene e che stavano aspettando il medico di famiglia e poi … poco fa mi hanno chiamato di nuovo per dirmi che purtroppo …»

«oh Erin …» sussurra Abby prendendola fra le braccia prima di tutti

Richard che la tiene per mano è la cosa che commuove di più Noah. Realizza in un baleno che se lui ama una discendente di Abby, Erin ama un evidente discendente di Gregory. Quando Matthias li raggiunge sul sagrato e viene informato della triste notizia il clima si fa cupo ma soprattutto imbarazzato, Erin allora, benché afflitta, prova a sdrammatizzare

«comunque ragazzi, il nonno aveva 98 anni, e fidatevi se vi dico che ha avuto una vita pazzesca, che si è tolto tutti gli sfizi compreso quello di farsi tutte le donne più carine della contea di Kilder e probabilmente anche di altre, la cosa che mi dispiace di più è dovervi lasciare, sarebbe dovuto essere il nostro ultimo Natale insieme, ma devo tornare per forza in Irlanda per il funerale … non posso mancare … l’intero paese sparlerebbe di me, sarà durissima trovare un volo, e soprattutto costerà una follia!»

«ti ci porto io in Irlanda, rientriamo insieme con il jet della compagnia per cui lavoro, devo solo riuscire ad anticipare alcuni appuntamenti per poter partire dopo domani» la rassicura Richard

Un pochino più sereni e con lo spirito natalizio lasciato intatto dal concerto, i ragazzi si dirigono in metro verso Dumbo per cenare nei numerosi locali e godere della vista di New York da quella parte del ponte e proprio davanti all’ingresso del più famoso angolo vendita di abeti di Natale della città al Brooklyn Bridge Park , Noah si rende conto che non sono più solo un gruppo di amici, ma tre coppie, e che Matthias, in pochi minuti, ha ammansito la tosta e cinica Jenna, trasformandola in una affascinante ragazza innamorata. Dopo essersi infreddoliti a sufficienza girovagando fra tutti quegli alberi e quelle lucine, entrano nel primo locale in cui trovano posto e ordinano abbondate junk food. Con il primo giro di pinte di birra brindano a Matthias, al suo esordio come direttore e all’influenza che ha costretto a letto il vero direttore del coro poi, quando arriva il secondo giro di pinte Richard si alza in piedi, chiede un brindisi per la superba compagnia e domanda …

«che ne dite di venire tutti in Irlanda con me ed Erin? Potremmo trascorrere il Natale nella casa della mia famiglia, cioè quella del per voi famoso Lord Wellington, e vi prometto anche una sorpresa!»

«mi sembra un’idea geniale» afferma subito Abby

«anche a me» aggiunge Erin

«io sono bloccato con il coro fino alla notte della Vigilia, abbiamo la messa di mezzanotte a Vienna ma se trovo un volo il 25 potrei raggiungervi» dice Matthias

«io direi di smetterla di decidere uno alla volta, ragazzi … è il nostro ultimo Natale insieme, o tutti o nessuno, quindi io dico tutti in Irlandaaa» urla Jenna alzando la sua pinta

Quella sera tornano a casa brilli ed eccitati, in metro si mettono a cantare canzoni di Natale e vengono osservati con compiacimento dagli altri passeggeri. Per strada poi, intonano sottovoce Silent Night e si rifugiano a casa di Abby per il whisky della buonanotte. L’indomani, un po’ rintronati, ognuno si prepara a partire come può. Erin viene assalita di telefonate dalle ragazze che le chiedono com’è il clima in Irlanda in dicembre e che tipo di abbigliamento devono portarsi, Richard cerca di concentrare in un solo giorno gli appuntamenti che lo hanno portato a New York mentre Noah e Matthias, belli tranquilli, se la spassano in Washington Square Park fra una partita a scacchi, il turno da Starbucks per uno e un giretto al Met per l’altro. La mattina seguente, di buon’ora, si trovano tutti, tranne Matthias, davanti al solito posto. Il primo ad arrivare è Noah, lo fa apposta ad arrivare in anticipo, vuole salutare Abby e Gregory a modo suo, infine, alla spicciolata, raggiungono tutti il punto d’incontro, chiamano un taxi e si fanno portare al JFK. Fare un volo transoceanico su di un jet privato è un’esperienza unica, poter allungare le gambe, addirittura sdraiarsi rende il ricordo di un volo in seconda classe su di un Boing, un vero incubo. In fase di atterraggio su Dublino, appena scendono al di sotto dello strato compatto di nuvole, con il naso appiccicato ai finestrini iniziano ad esultare come bambini ed Erin guarda tutti e dice …

«questo è proprio un regalo ragazzi … perché da noi nevica veramente di rado»

Richard accompagna i ragazzi nel suo appartamento in città e poi si mette subito in auto per portare Erin a Naas, nella contea di Kilder, per il funerale del nonno. La lascia a poche decine di metri da casa, è ancora troppo presto per presentarsi e poi non è di certo il momento giusto, parcheggia l’auto nel centro del paese ed entra in un pub per mangiare qualcosa. Quando lei lo raggiunge e ripartono alla volta di Dublino ormai è buio, l’ora della neve viola

«come sei riuscita a venire via? A non farti convincere a rimanere per il Natale?» le chiede Richard

«sono venuta via e basta, forse non se ne sono ancora accorti» risponde la ragazza senza aggiungere altro.

La neve rende il viaggio un po’ più lento ma l’arrivo nell’appartamento di Richard, la cena pronta e gli abbracci degli amici, rimettono al mondo i due ragazzi infreddoliti e stanchi come non mai. Il giorno della Vigilia lo trascorrono visitando Dublino come veri turisti e sotto una nevicata che rende tutti molto felici, Noah in primis, che come al solito se la gode con il giaccone aperto, senza berretto né guanti e con le guance e le mani paonazze per il freddo. Uscendo dalla visita al Castello si fermano da un venditore ambulante e prendono cinque Hot Toddy, la versione irlandese del vin brulè fatta con il whisky scozzese e corrono ridendo verso casa. Passando vicino ad una Chiesa, Noah sente cantare e allora zittisce tutti per ascoltare di cosa si tratta a bocca aperta e orecchio teso

«è il Fairytale of New York» dice Richard

«il nostro canto tradizionale di Natale» aggiunge Erin e insieme a Richard inizia a cantarlo

Quella sera durante la cena lo ascoltano per tre volte su Spotify e alla terza … Noah lo ha già imparato, melodia e testo. La notte la dormono dove capita, chi sul divano, chi su di una poltrona, chi per terra sopra a tanti cuscini e la mattina seguente, subito dopo colazione, si avviano verso l’aeroporto, lasciano l’auto di Richard nel parcheggio, noleggiano un sei posti e attendono l’arrivo di Matthias. Il volo da Vienna, previsto in arrivo per le 11 causa neve ritarda ma alle 13 finalmente atterra salutato dall’esultanza dei ragazzi. Di nuovo al completo il gruppo si dirige verso Howth dove arriva, con un viaggio non privo di difficoltà, nel primo pomeriggio del giorno di Natale.

«oh cavolo … ma cos’è la casa di Downton Abby?» dice Jenna scendendo dall’auto

«quella è in Inghilterra …» la schernisce Noah

I genitori di Richard, due splendidi brizzolati sulla sessantina in maglioni di cachemire e pantaloni di vigogna si affrettano ad uscire e accolgono i ragazzi con grandi sorrisi e forti strette di mano. La madre del ragazzo non stacca gli occhi di dosso ad Erin, probabilmente il figlio le ha già accennato qualcosa, è bella e gioiosa come lui, una di quelle persone che non mettono barriere ma stendono ponti. Abby saluta gli zii che non vede da un po’ di tempo e varca per prima la soglia di quella casa in cui è stata pochissime volte eppure ha nel cuore perché le ha regalato le estati più belle della sua vita. I ragazzi vengono accompagnati tutti nelle loro stanze, solo ad Abby e Noah viene riservata una matrimoniale e che matrimoniale …

«cazzo, un letto a baldacchino!» esclama Noah

«vedi di non sfondarlo con le tue gambe lunghe, avrà quasi due secoli» gli risponde Abby sorridendo

«ci saranno sicuramente dei fantasmi»

«ma la vuoi finire di dire stupidaggini, io ci ho dormito per mesi e non ho mai visto nessuno»

«tu no, ma erano loro che osservavano te …. uhhh … mentre dormivi… uhhh»

«quanto sei scemo»

Dopo poco si ritrovano tutti in salotto e poi finalmente si siedono a tavola e danno inizio al pranzo di Natale che in Irlanda si fa tradizionalmente nel tardo pomeriggio. Del classico menù non manca niente, tartine con il salmone, tacchino, prosciutto al forno con le patate, gravy la salsa per accompagnare le carni e poi da bere l’eggnog, e whisky … tanto whisky. Tutto ciò coccola i ragazzi in modo incredibile, li rende sereni, felici, li fa sentire al caldo e al sicuro, perché sembrerà strano, ma anche a venticinque e trent’anni si ha bisogno del calore delle tradizioni di un giorno di festa, di godere della meraviglia di un paesaggio innevato oltre i vetri dalla finestra. Noah allora fa come faceva da piccolo, si allontana senza dare nell’occhio, esce dalla casa così come si trova, con camicia e maglione, e, con le scarpe in mezzo alla neve, si mette di fronte alla finestra e guarda dentro. Dopo qualche minuto Abby lo raggiunge

«che ci fai qui fuori, sei impazzito?»

«quando ero piccolo il giorno di Natale uscivo di casa per andare a sbirciare dentro le finestre di quelle degli altri per vedere com’era un Natale allegro e felice» gli risponde Noah

«e adesso cosa vedi lì dentro?» gli chiede Abby

«tutto quello che cercavo allora» dice stringendola a sè

Quando ricompaiono nel salotto Richard sta cercando qualcosa nella libreria e non appena la trova con un sonoro fischio zittisce tutti in un baleno e ottiene la loro attenzione

«bene gente, vi avevo parlato di una sorpresa, ed io non racconto balle, e se spegniamo la luce vi faccio vedere grazie a chi, ci troviamo tutti qui riuniti»

 A luci spente inserisce un dvd nel lettore e sullo schermo della tv compare una Bentley verde scuro da cui scendono un uomo ed una donna visibilmente frastornati ed emozionati per il grande e rumoroso comitato d’accoglienza, si guardano intorno spaesati, alzano lo sguardo insieme verso la facciata della meravigliosa casa che sta per accoglierli e poi cominciano a salutare tutti con abbracci e strette di mano. Lui è un bellissimo e affascinante uomo dal sorriso sincero, contagioso, dall’aria scanzonata, lei, un’esplosione di lunghi e ondulati capelli rossi, pelle lattea e piglio deciso.

«oh my God, sono loro …» sussurra Erin con la voce rotta dalla commozione

«sì, sono stati qui nel Natale del 1950 e sono rimasti per quasi un anno. Abby voleva capire da dove veniva sua madre, mentre Gregory rivedere i luoghi della sua infanzia, i famigliari rimasti in vita, sono stati anche in Scozia» risponde Richard

«è pazzesco … sono stati proprio qui dove siamo noi adesso, in questa casa, davanti a questo camino …» dice Noah

«esattamente, per non parlare del fatto che hanno dormito nella camera in cui siete tu ed Abby!» aggiunge Richard

«nel letto a baldacchino?» chiede Noah

«nel mitico, vecchio letto a baldacchino, l’unico che hanno conservato i miei proprio perché è un cimelio di famiglia a cui siamo tutti molto legati» conclude Richard

«vederli muoversi, vederli in carne ed ossa, vedere che sono esistiti veramente è incredibile, vorrei poter parlare con loro, abbracciarli …» dice Erin visibilmente sconvolta

«se penso a dove ci ha condotto quel primo quaderno che ho trovato io quattro anni fa …» aggiunge Jenna

Il video scorre. Nel buio del salotto i ragazzi continuano a guardarlo ammutoliti, quasi scioccati nel vedere l’immagine dei due innamorati di cui hanno cercato in tutti i modi, legali e non, semplici e rocamboleschi, di ricostruire la storia nel nome dell’amore puro e potente, poi, ricominciano piano piano a commentarlo, sentendo Gregory ed Abby ancora più vicini, come se li avessero appena conosciuti di persona e forse, è davvero così. Stranamente, in quella casa, la loro presenza è molto forte, molto più che a New York. Noah con la sola luce che proviene dal fuoco del camino si guarda intorno, vede sei ragazzi stretti uno all’altro, tre coppie che senza quei due giovani nati sul finire del 1800, probabilmente non si sarebbero mai formate. Dopo quasi mezz’ora il video termina bruscamente con l’inquadratura che traballa ma poi, dopo pochi secondi, ricompare l’immagine di un sentiero innevato, di due persone che camminano di spalle tenendosi per mano immersi nell’ora viola della neve, verso una casa inondata da una calda atmosfera e che ad un passo dai gradini della vetrata d’ingresso si voltano verso la cinepresa e salutano sorridenti e felici, con le guance rosse per il freddo e gli occhi pieni d’amore.

Finisce così questa storia lunga più di un secolo, finisce in Irlanda, nella casa da cui è scappato Lord Wellington che per sposare la sua adorata ma povera ragazza irlandese, ha dovuto lasciare la sua terra e approdare nella lontana America. Per una volta l’amore ha vinto sui soldi, ma questo lo sappiamo tutti che può succedere solo in un lungo Racconto di Natale! Ancora Buon Natale ed ora la sorpresa finale

Per la prima volta voglio portarvi dentro la mia fantasia e farvi vedere a quali personaggi mi sono ispirata per dare un volto e un carattere ai miei personaggi (e non ditemi che Richard non assomiglia a Gregory!!)

Gregory (ragazzo dal nome sconosciuto di Ellis Island) Lady Abby (Nicole Kidman – attrice)

Noah (Noah Saavedra – attore), Erin (Saoirse Ronan – attrice) Jenna (Jenna Coleman – attrice)

Abby (Iana Salenko – ballerina classica) Richard (Richard Madden – attore) Matthias (Erasmus Baumgartner – reale vice direttore dei Vienna Boys Choir)


12 risposte a "Lontano da Washington Square (II^parte)"

  1. Bello. Molto bello. È un peccato che la storia finisca qui. Ma le storie devono finire con il punto finale.
    Veramente avvincente come hai strutturato il racconto.
    Finiti i complimenti passiamo ai saluti natalizi.
    Siano serene e festose le prossime giornate.
    Buon Natale

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    1. Strutturo i miei Racconti sempre i due parti, oltre si perdono lettori! Queste due in effetti sono più lunghe del solito ma solo perché rappresentano la conclusione di una storia iniziata 4 anni fa. Detto questo Buone feste!! Un grattino sul muso a Nontirare!

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